Sviluppo a Lungo Termine e Specializzazione Precoce nello Sci Alpino: Considerazioni, Ambiti, Metodologia, Programmi.

Sviluppo a Lungo Termine e Specializzazione Precoce nello Sci Alpino: Considerazioni, Ambiti, Metodologia, Programmi.

di Enrico Clementi e Claudio Ravetto

Il tema dello sviluppo dell’atleta, soprattutto in discipline come lo sci alpino, è al centro di molti dibattiti. La Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) ha adottato un approccio chiamato “Sviluppo dell’Atleta a Lungo Termine” (SALT), un modello che pone l’accento su una crescita graduale e bilanciata degli atleti, focalizzandosi non solo sulla tecnica e la prestazione fisica, ma anche sull’aspetto psicologico. Questo approccio è in parte ispirato ad esperienze internazionali, come quella canadese, che ha visto importanti riforme per l’attività giovanile nello sci, come il programma DLS (Development Long-term Strategy) utilizzato in Quebec.

In questo articolo, analizzeremo i pro e i contro di uno sviluppo a lungo termine dell’atleta in ambito agonistico, confrontandolo con la specializzazione precoce, un fenomeno ancora molto diffuso in altri sport. Inoltre, esploreremo l’importanza della personalizzazione delle strategie di sviluppo e della metodologia di allenamento, con un equilibrio tra approccio globale e analitico.


Distinzione d’Ambiti e tipologie di Avviamento allo Sport

Per comprendere meglio le diverse strade che i giovani atleti possono seguire, è utile distinguere in modo preliminare tra tre tipi principali di avviamento allo sport:

Avviamento allo Sport Agonistico Professionale:

Questo percorso è orientato a preparare i giovani atleti per una carriera professionale a livello internazionale. Spesso, la specializzazione precoce è necessaria per sviluppare competenze specifiche sin dall’infanzia, con l’obiettivo di competere ai massimi livelli. Atleti come Lindsey Vonn e Marcel Hirscher sono esempi di coloro che hanno seguito questa strada, iniziando l’allenamento agonistico intensivo già in tenera età.

Pro:

  1. Consente di acquisire competenze tecniche e fisiche essenziali per la competizione di alto livello.
  2. Permette di maturare esperienze precoci di gara e contesti, pressioni, dalle quali non si può prescindere nell’alto livello e che, da ultimo, generano un vantaggio competitivo.

Contro:

  1. Aumenta il rischio di infortuni da sovraccarico e di burnout, con la possibile perdita di interesse per lo sport.

Sport Aginistico “Non Professionale” (o Dilettantistico)

Pro:

  1. Una formazione diversificata migliora la versatilità dell’atleta e le abilità motorie, gli adattamenti, e riduce il rischio di infortuni.

Contro:

  1. Potrebbe risultare un ritardo significativo (e quindi uno svantaggio competitivo) nello sviluppo di competenze tecniche specifiche rispetto agli atleti che si sono specializzati prima.
  1. Potrebbe non permettere, qualora sopraggiungessero altre valutazioni, di sviluppare abilità specifiche e caratteristiche per il passaggio al professionismo.

Promozione dello Sport (Sport e Salute, Sport per Tutti):

Questa categoria comprende programmi di promozione dello sport che puntano alla salute fisica, al benessere e al divertimento. È il caso di iniziative come i progetti della FISI per la “promozione dello sport”. In questo contesto, l’accento è posto sulla partecipazione e sul divertimento, non sulla competizione ad alto livello. Anche se poi, inevitabilmente, considerazioni e bilanci vengo fatti – non propriamente – anche in riferimento ad attività di gara e competitive.

Pro:

  1. Promuove uno stile di vita attivo e sano, con il minimo rischio di stress fisico e psicologico.
  2. Maggiori opportunità di incidere sul processo di crescita globale del giovane e sulle abilità relazionali, comunicative e cooperative (apprendimenti cooperativi).

Contro:

  1. La specializzazione precoce non è necessaria e potrebbe ridurre il piacere per la partecipazione a diverse attività.
  2. Non incide in modo significativo su abilità trasversali che invece l’agonismo tende, più o meno propriamente e consapevolmente, a sollecitare.

La Specializzazione Precoce

La “specializzazione precoce” nello sport si riferisce a quando un giovane atleta si concentra esclusivamente su un singolo sport a un’età relativamente giovane, spesso prima dell’adolescenza. In genere, l’età considerata “precoce” per la specializzazione è tra gli 8 e i 12 anni. In questi casi, gli atleti trascorrono la maggior parte del loro tempo in attività specifiche legate a quel particolare sport, limitando l’esposizione ad altre discipline.

Considerazioni sulla Specializzazione Precoce

La specializzazione precoce in alcuni sport è spesso necessaria (ginnastica artistica, pattinaggio artistico, tuffi e altri), perché molti di essi richiedono una combinazione di abilità tecniche e fisiche che sono meglio acquisite durante il periodo di massima plasticità fisica e mentale, ovvero nell’infanzia e nella pre-adolescenza. Tuttavia, questo tipo di specializzazione comporta anche rischi, come:

  • Infortuni da sovraccarico: L’allenamento intensivo ripetitivo su specifici movimenti può portare a infortuni da stress, soprattutto perché il corpo del bambino non è ancora completamente sviluppato.
  • Burnout: Il carico emotivo e mentale di allenamenti intensivi e competizioni precoci può portare a una perdita di motivazione e, in alcuni casi, all’abbandono dello sport.
  • Mancanza di Sviluppo Globale: La specializzazione precoce può limitare lo sviluppo di una varietà di abilità motorie e di esperienze sociali, che sono fondamentali per una crescita equilibrata.

In sintesi, la specializzazione precoce è caratteristica di sport in cui la competizione e l’apprendimento tecnico avanzato iniziano già in tenera età, e dove il picco di prestazione spesso si raggiunge durante l’adolescenza o poco dopo. Sebbene abbia i suoi vantaggi, comporta rischi significativi che vanno considerati attentamente dagli allenatori, dai genitori e dagli stessi giovani atleti, e quindi assunti.


Lo Sviluppo a Lungo Termine dell’Atleta: Pro e Contro

Pro:

  1. Minimizzazione degli Infortuni: Lo sviluppo a lungo termine favorisce una crescita graduale delle capacità motorie e delle competenze tecniche, riducendo il rischio di sovraccarico e di infortuni tipici della specializzazione precoce. In sport come lo sci alpino, che richiedono una solida base fisica per affrontare condizioni limite, in termini di gestione dei carichi e delle forze, un approccio graduale aiuta a prevenire infortuni a lungo termine.
  2. Versatilità e Capacità Adattive: Focalizzarsi su diverse abilità motorie e su una preparazione multisportiva aiuta i giovani atleti a sviluppare un bagaglio più ampio di competenze, rendendoli più versatili e capaci di adattarsi a cambiamenti delle condizioni, come i diversi tipi di neve, tracciati o terreni nelle gare di sci.
  3. Stabilità Psicologica: La pressione agonistica precoce può causare un burnout negli atleti giovani, mentre lo sviluppo a lungo termine tende a incoraggiare una relazione più sana con la competizione, riducendo i rischi di esaurimento psicologico. Un approccio bilanciato aiuta a mantenere un senso di piacere e motivazione intrinseca, essenziali per la longevità sportiva.
  4. Peak Performance in Età Matura: Per molti atleti di sci alpino, la prestazione di picco arriva in età matura, verso i 25-30 anni. Questo è in contrasto con sport come la ginnastica artistica, dove l’età di punta è spesso molto più giovane. Preparare gli atleti a lungo termine consente di massimizzare le prestazioni quando sono fisicamente e psicologicamente pronti per competere a livelli più alti.

Contro:

  1. Possibile Ritardo nella Competitività: In un contesto altamente competitivo, alcuni atleti potrebbero sentirsi svantaggiati rispetto ai coetanei che hanno seguito percorsi di specializzazione precoce, avendo sviluppato prima alcune competenze tecniche. La mancanza di specializzazione precoce potrebbe portare ad una perdita di occasioni di affermazione nei primi anni di carriera.
  2. Difficoltà nel Mantenere l’Interesse: Non tutti i giovani atleti sono pronti a impegnarsi in un percorso a lungo termine senza vedere risultati immediati. L’assenza di risultati precoci potrebbe portare alcuni di loro ad abbandonare lo sport, soprattutto se sono motivati da riconoscimenti immediati.
  3. Esigenze di Personalizzazione e Fattori Logistici: Ogni atleta è unico, e lo sviluppo a lungo termine può necessitare di un elevato livello di adattamento individuale per risultare efficace. Ciò può richiedere allenatori altamente qualificati e un investimento in tempo e risorse che non tutte le organizzazioni sportive sono in grado di fornire.

Individualizzazione delle Strategie: Un Fattore Chiave per lo Sviluppo dell’Atleta

L’individualizzazione delle strategie di allenamento è cruciale per garantire che ogni atleta possa sviluppare il proprio potenziale nel modo più efficace possibile. Questo è particolarmente vero nello sci alpino, dove le condizioni di vita e le risorse disponibili possono influenzare profondamente il percorso di un giovane atleta. Molti atleti di successo provengono da famiglie di allenatori o vivono in aree montane, dove hanno facile accesso alle piste e alle strutture necessarie per l’allenamento.

Le differenze nello sviluppo fisico, nelle abilità motorie e nelle capacità mentali richiedono un adattamento continuo dei programmi di allenamento. Un atleta che matura fisicamente più lentamente può beneficiare di una preparazione più generalista e multidisciplinare, mentre un altro con una precoce maturazione fisica e un accesso frequente agli impianti potrebbe trarre vantaggio da una specializzazione tecnica anticipata.

Anche le risorse economiche e logistiche giocano un ruolo fondamentale. Un giovane atleta con accesso limitato alle strutture per lo sci potrebbe necessitare di un programma che combini allenamenti in altri sport complementari, mentre uno con risorse più ampie potrebbe focalizzarsi più direttamente sull’acquisizione di abilità tecniche specifiche. L’importanza della personalizzazione risiede nel fatto che non esiste una “taglia unica” per lo sviluppo sportivo, ma è necessaria una costante attenzione ai bisogni individuali e alle condizioni specifiche di ciascun atleta.


Bilanciare Approccio Globale e Analitico: La Metodologia nello Sci Alpino

Lo sviluppo a lungo termine dell’atleta enfatizza un approccio globale, in cui la crescita fisica, tecnica e psicologica dell’atleta viene vista come un processo integrato sul lungo periodo. Tuttavia, come visto, questo approccio ha anche dei limiti, soprattutto in uno sport come lo sci alpino, che presenta sfide logistiche significative e tempi limitati per l’allenamento in ambiente innevato.

L’approccio globale, sebbene valido nel promuovere una crescita equilibrata, può rischiare di ritardare il processo di apprendimento tecnico specifico, necessario per affrontare le complessità tecniche delle piste da gara. Uno sviluppo dilatato nel tempo potrebbe non sfruttare in modo ottimale quelle “finestre temporali” in cui l’atleta è più predisposto ad acquisire determinate abilità tecniche. L’allenamento sugli sci, a causa dei costi e delle limitazioni ambientali, deve essere mirato e ottimizzato.

Per questo motivo, un bilanciamento tra approccio globale e analitico sembra essere la soluzione più efficace. L’approccio analitico permette di concentrarsi su specifiche competenze tecniche, ottimizzando il tempo passato sulle piste con un allenamento molto focalizzato. Parallelamente, un approccio globale contribuisce a mantenere l’atleta fisicamente preparato, mentalmente resiliente e motivato nel lungo termine.

Un allenamento ideale potrebbe prevedere fasi analitiche, durante le quali si lavora su aspetti specifici della tecnica, integrate con periodi di sviluppo globale, dedicati alla crescita fisica generale e al miglioramento delle abilità motorie. Questo equilibrio consente di evitare che l’atleta si trovi impreparato tecnicamente nelle fasi cruciali della carriera e, allo stesso tempo, garantisce che lo sviluppo fisico e mentale sia sufficientemente supportato per sostenere le pressioni competitive.


Conclusioni

E’ indicativo cha anche là dove siano adottati programmi e progetti per lo sviluppo “a lungo termine”, l’indicatore che sovente viene adottato per avvalorarne gli esiti, da parte dei tecnici, siano i risultati degli atleti stessi in attività di gara convenzionali. Tanto da suggerire una relazione inversa tra abilità e performance.

Sia lo sviluppo a lungo termine che la specializzazione precoce hanno vantaggi e svantaggi, ma quando l’orientamento del giovane è verso lo sport agonistico professionale, è cruciale riconoscere il valore di un approccio “precoce” — inteso come un percorso strategico, strutturato e mirato all’eccellenza.

La specializzazione precoce, se gestita in modo intelligente e contestualizzato, rappresenta un passaggio necessario per sviluppare le competenze tecniche e fisiche indispensabili per raggiungere risultati di alto livello. In sport come lo sci alpino, dove il picco delle prestazioni richiede anni di preparazione specifica e continua, un approccio che includa una focalizzazione precoce è spesso fondamentale per costruire le basi di una carriera di successo.

È importante ricordare che la specializzazione precoce non deve essere demonizzata, estremizzata o strumentalizzata: il suo valore dipende dalla capacità di adattare i metodi di allenamento alle esigenze individuali, tenendo conto delle aspirazioni agonistiche degli atleti. Per chi ha obiettivi chiari di risultato e finalità agonistiche, questo approccio può rappresentare una scelta strategica, che permette di massimizzare il potenziale durante le fasi critiche di sviluppo.

Per quanto riguarda invece i programmi rivolti ai “grandi numeri” — come lo sport per tutti e lo sport per la salute, v. progetti FISI — è rilevante mantenere un approccio inclusivo e diversificato: il limite non è nei progetti federali e nelle proposte in sé, ma nell’uso che se ne fa, nello specifico generalizzando strategie d’apprendimento, modalità, metodologie, contesti.

I progetti di promozione dello sport dovrebbero evitare per quanto possibile la standardizzazione, garantendo che ogni giovane possa trovare il proprio spazio nello sport, qualunque sia il suo obiettivo, assicurando al contempo una chiara distinzione tra sport agonistico e non agonistico. Così facendo, si può garantire che ogni giovane atleta riceva il supporto adeguato al proprio percorso, che sia tale supporto mirato al benessere generale, all’allenamento di abilità trasversali (inclusa la competitività) o all’eccellenza agonistica.

Contatti


Bibliografia

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    • Un testo fondamentale che introduce il concetto di “Long-Term Athlete Development” (LTAD), utilizzato come modello per la formazione degli atleti in Canada.
  2. Côté, J., Lidor, R., & Hackfort, D. (2009).To Sample or to Specialize? Seven Postulates About Youth Sport Activities that Lead to Continued Participation and Elite Performance. International Journal of Sports and Exercise Psychology, 7(4), 420-437.
    • Gli autori discutono i vantaggi del campionamento sportivo e i rischi della specializzazione precoce, fornendo una panoramica teorica del processo di sviluppo dell’atleta.
  3. Fraser-Thomas, J., Côté, J., & Deakin, J. (2008).Understanding Dropout and Prolonged Engagement in Adolescent Competitive Sport. Psychology of Sport and Exercise, 9(5), 645-662.
    • Uno studio sulla motivazione e sulle cause dell’abbandono precoce nello sport giovanile, utile per comprendere i rischi associati alla specializzazione precoce.
  4. Güllich, A., & Emrich, E. (2014).Considering Long-Term Sustainability in the Development of World Class Success. European Journal for Sport and Society, 11(4), 325-341.
    • Gli autori analizzano l’importanza di un approccio sostenibile nello sviluppo dell’atleta, con enfasi sull’equilibrio tra specializzazione e sviluppo globale.
  5. Baker, J., & Cobley, S. (2010).Talent Identification and Development in Sport: International Perspectives. Routledge.
    • Una raccolta di contributi di diversi autori sulle pratiche di identificazione e sviluppo del talento sportivo a livello internazionale.

Pubblicazioni di Enrico Clementi su SciMagazine

  1. Clementi, E. (2021).Lo Sviluppo dell’Atleta nello Sci Alpino: Verso un Modello Integrato. Sci Magazine.
    • Un articolo che analizza i vari approcci allo sviluppo dell’atleta, con particolare riferimento allo sci alpino, proponendo un modello che bilancia lo sviluppo tecnico e fisico a lungo termine.
  2. Clementi, E. (2022).Specializzazione Precoce e Prestazione: I Rischi di un Approccio Monodirezionale nello Sci Alpino. Sci Magazine.
    • L’articolo affronta i rischi della specializzazione precoce nello sci alpino, considerando gli impatti fisici e psicologici sugli atleti giovani.
  3. Clementi, E. (2023).L’Importanza della Versatilità nell’Allenamento Giovanile: Un Approccio Globale allo Sci Alpino. Sci Magazine.
    • Una riflessione sull’importanza di una preparazione multisportiva negli atleti giovani, per promuovere una crescita equilibrata e ridurre il rischio di infortuni.
  4. Clementi, E. (2023).Bilanciare il Globale e l’Analitico: Ottimizzare l’Allenamento nello Sci Alpino. Sci Magazine.
    • Un approfondimento sull’equilibrio tra approccio globale e analitico nello sviluppo degli atleti, con particolare riferimento alle sfide logistiche dello sci alpino

Bibliografia Aggiuntiva sulla Specializzazione Precoce nello Sport

  1. Burgess, D. J., & Naughton, G. A. (2010).Talent Development in Adolescent Team Sports: A Review. International Journal of Sports Physiology and Performance, 5(1), 103-116.
    • Questo articolo fornisce una revisione degli approcci allo sviluppo del talento, con enfasi su come la specializzazione precoce influenzi lo sviluppo nelle discipline sportive di squadra.
  2. Post, E. G., Trigsted, S. M., Riekena, J. W., Hetzel, S., McGuine, T. A., Brooks, M. A., & Bell, D. R. (2017).The Association of Sport Specialization and Training Volume with Injury History in Youth Athletes. American Journal of Sports Medicine, 45(6), 1405-1412.
    • Questo studio esplora il rapporto tra la specializzazione sportiva precoce, il volume di allenamento e la storia degli infortuni nei giovani atleti, evidenziando il rischio maggiore di infortuni associati alla specializzazione.
  3. Jayanthi, N., & Dugas, L. (2017).Sports Specialization: How Much Is Too Much, and How to Manage It in a Healthy Way. Orthopaedic Journal of Sports Medicine, 5(9), 232596711772914.
    • L’articolo discute quanto la specializzazione precoce possa essere “troppa” e propone strategie per gestirla in modo sano, riducendo al minimo i rischi per la salute dei giovani atleti.
  4. Güllich, A. (2019).International Medallists’ and Non-Medallists’ Developmental Sport Activities – A Matched Pair Analysis. Journal of Sports Sciences, 37(11), 1237-1244.
    • Questo studio confronta i percorsi di sviluppo di atleti di livello internazionale, dimostrando che una specializzazione sportiva ritardata può essere associata a una maggiore probabilità di successo a lungo termine.
  5. DiFiori, J. P., Benjamin, H. J., Brenner, J. S., Gregory, A. J., Jayanthi, N., Landry, G. L., & Luke, A. (2014).Overuse Injuries and Burnout in Youth Sports: A Position Statement from the American Medical Society for Sports Medicine. British Journal of Sports Medicine, 48(4), 287-288.
    • Questo documento dell’American Medical Society for Sports Medicine fornisce una panoramica sui rischi di infortuni da sovraccarico e burnout associati alla specializzazione precoce, con raccomandazioni per ridurre questi rischi.
  6. Ford, P. R., Ward, P., Hodges, N. J., & Williams, A. M. (2009).The Role of Deliberate Practice and Play in Career Progression in Sport: The Early Engagement Hypothesis. High Ability Studies, 20(1), 65-75.
    • Gli autori esplorano la relazione tra la pratica deliberata, il gioco e la progressione della carriera negli sport, confrontando i benefici di un approccio più bilanciato rispetto alla specializzazione precoce.
  7. Hall, R., Barber Foss, K. D., Hewett, T. E., & Myer, G. D. (2015).Sport Specialization’s Association with an Increased Risk of Developing Anterior Knee Pain in Adolescent Female Athletes. Journal of Sport Rehabilitation, 24(1), 31-35.
    • Questo studio mette in evidenza il collegamento tra la specializzazione precoce e un aumentato rischio di sviluppare dolori al ginocchio nelle giovani atlete, sottolineando i rischi specifici legati alla pratica intensiva.
  8. Hecimovich, M., King, M., Marais, I., & Watson, G. (2017).The Relationship between Early Sport Specialization and the Occurrence of Lower Extremity Injuries in Youth Athletes. Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy, 47(8), 532-539.
    • Lo studio esplora come la specializzazione precoce sia collegata a un maggiore rischio di infortuni agli arti inferiori, in particolare tra i giovani atleti che si concentrano su un solo sport fin dall’infanzia.