Lo sciatore “potente” 2: un profilo

Sci alpino e fattori prestativi, dalla psicologia della prestazione all’educazione: il self empowerment #2

Quale atleta o professionista? Per quale organizzazione? Per quale contesto, società, cultura?
Riteniamo – con @ Stefano Gheno – che non vi siano “prassi neutrali” e che ancora a monte di qualsiasi azione formativa possiamo trovare una particolare antropologia, una concezione dell’uomo dalla quale discende una data ipotesi d’intervento.
Continua su @Scimagazine il lavoro di lettura e trasposizione di quel particolare approccio chiamato self empowerment (o potere personale), nel tentativo di svincolare, in specie nelle categorie giovanili, il lavoro sul mentale dalla sola prospettiva agonistica e prestativa.

Se è vero che nella vita in genere e nello sport in particolare è presente una spinta all’auto determinazione, all’affermazione di sé, è altrettanto vero che questa affermazione di sé è da intendersi in accezione generativa. Ossia come sviluppo di un potenziale personale all’interno di un contesto, che frequentemente si presenta dominato da fatica, dissapori, frustrazione, rivalse, e quindi luogo di malessere, piuttosto che di promozione e benessere.

I paragrafi che compongono l’articolo tematizza:

  • la relazione tra contesto e apprendimenti, tra contesto e crescita soggettiva – Contesto e individualità,
  • ipotizzano un profilo dell sciatore “potente”, come da noi inteso (self empowerment) – Il profilo dello sciatore “potente”,
  • la relazione tra motivazione personale (m. intrinseca) e pensabilità positiva, tra motivazione personale e desiderioTutelare un desiderio.

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