di Enrico Clementi e Claudio Ravetto
In questa stagione di sci alpino, i risultati di gara mettono in evidenza un fenomeno sempre più marcato: l’abbassamento dell’età della cosiddetta “prestazione di picco” o Peak Performance.
Giovani atleti come Lara Colturi, Zrinka Ljutić e Giovanni Franzoni, con età comprese tra i 18 e i 22 anni, si stanno imponendo nelle competizioni internazionali, raggiungendo podi e prestazioni eccellenti in discipline tradizionalmente dominate da atleti più esperti.
Questo trend rappresenta non solo un cambiamento nelle dinamiche competitive, ma anche un’importante sfida per i modelli di sviluppo e organizzativi adottati dalle federazioni sciistiche di tutto il mondo.
I “Tech Riders” dello Sci Alpino
Un elemento chiave per comprendere questa tendenza è il rapporto tra i giovani atleti e le tecnologie. Potremmo divertirci a coniare per questi atleti neologismi come quello del titolo, oppure altri come “SkiGenZ”, o “Alpine Coders”, o “SnowNatives” ecc..
Il senso è comunque invariato: questi atleti possono essere paragonati ai “nativi digitali” dell’era informatica: fin dai primi passi sulle piste, sono stati esposti a materiali e tecnologie attuali (ovvero non si sono successivamente adattati ad esse), come sci altamente performanti, sistemi di cronometraggio avanzati e piattaforme digitali per l’analisi dei dati.
La loro familiarità con questi strumenti e con sci che curvano in un certo modo, consente un uso ottimale dei materiali, garantendo un vantaggio competitivo rispetto alle generazioni precedenti. In più, l’accesso precoce a programmi di allenamento evoluti e a metodologie basate sui dati contribuisce ulteriormente alla loro capacità di emergere rapidamente sulla scena internazionale.
Un Modello di Sviluppo da Ripensare
Il fenomeno mette in discussione il modello di sviluppo a lungo termine (LTAD, Long-Term Athlete Development) adottato dalla maggior parte delle federazioni sciistiche. Questo modello prevede un percorso graduale di crescita, che punta a massimizzare la performance di un atleta tra i 25 e i 30 anni, attraverso fasi di sviluppo tecnico, fisico e mentale progressivo.
Tuttavia, con l’abbassamento dell’età della Peak Performance, molte delle sue assunzioni fondamentali risultano superate. Atleti come quelli citati dimostrano che il passaggio al professionismo e la capacità di competere ai massimi livelli possono avvenire molto prima di quanto previsto.
Di più, indica, paradossalmente, che il modello tecnico da ricercare va individuato analizzando le performance dei giovani atleti, più che quelle di atleti maturi, anche se vincenti. Crediamo, infatti, che sia questa una delle chiavi per acquisire quel vantaggio competitivo che permette di evitare, come nazionale, il ruolo mai comodo di “inseguitori”.
Questo fenomeno richiede una revisione dei programmi di base, ma anche degli assetti organizzativi, con un’attenzione maggiore a:
- Accelerazione dei tempi di esordio: Introduzione anticipata a competizioni di alto livello per favorire un apprendimento precoce delle dinamiche competitive.
- Modifiche nei programmi di allenamento: Incremento dell’intensità e della qualità degli allenamenti già nelle categorie giovanili, con un focus su aspetti tecnici e tecnologici.
- Sostenibilità fisica e mentale: Gestione accurata dei carichi di lavoro (raccolta e lettura dati) e supporto emotivo, comportamentale, per prevenire infortuni e burnout. Supporto sempre più orientato verso tecniche di rilevazione integrata delle condizione fisiche, mentali, ma anche chimiche dell’atleta (Neuro-Bio Feedback).
- Apertura a modelli tecnici e organizzativi non standardizzati, con particolare riferimento all’ampliamento o alla revisione del modello in oggetto (LTAD), all’utilizzo di team “privati” o consulenti, in funzione di supervisors. Il termine “privati” è virgolettato perché il concetto, se assunto in modo acritico, risulta essere meramente commerciale; quindi non adeguato, se intendiamo l’ambiente dello sci alpino come da noi inteso, e cioè come comunità di pratiche e di apprendimenti.
Le evidenze tecniche
Un elemento distintivo della nuova generazione di atleti, è il rapporto intrinseco con attrezzi progettati per performare secondo precise logiche di utilizzo. Questi sciatori non si sono adattati a posteriori a tecnologie innovative, ma sono cresciuti con esse, sviluppando una tecnica profondamente radicata nelle caratteristiche degli attrezzi stessi. Tanto che, come detto, è da ricercare in loro la tecnica del domani.
C’è sì un impulso al senso della curva, ma seguito dall’abilità di sfruttare appieno la capacità che lo sci ha di produrre accelerazione, assecondando, oppure inibendo, a seconda dei casi, le geometrie e i materiali.
In questo contesto, costrutti tradizionali come “automatismo” e “anticipazione” si rivelano validi ma insufficienti per descrivere le nuove esigenze prestative. Non è il solo tempo d’azione a fare la differenza, ma la capacità di gestire in modo efficace i comportamenti dinamici dell’attrezzo: se un corpo esercita una forza (azione) su di un secondo corpo, il secondo corpo esercita sul primo una forza (reazione) che è uguale e contraria a quella di applicazione.
Questo cambio di paradigma e la riduzione delle tempistiche decisionali richiedono una sensibilità nuova e un allenamento mirato a sviluppare la capacità di modulare le forze in gioco; integrando percezione, decisione e gesto tecnico in rapporto alle dinamiche dell’attrezzo e del terreno, piuttosto che semplicemente replicare schemi motori consolidati. In un percorso d’immediatezza, se vogliamo, più sensoriale, corporeo (Embodiment) e “meno pensato”.
Le Implicazioni per le Federazioni
Le federazioni sciistiche devono affrontare questa nuova realtà adattando le loro strategie, ma le implicazioni vanno oltre le organizzazioni ufficiali. Accanto a federazioni, sci club e gruppi sportivi, le famiglie – come detto in altre occasioni – giocano un ruolo cruciale nel sostenere i giovani atleti in questo percorso sempre più precoce e competitivo.
L’emergere di team “privati” o “academy”, oppure l’utilizzo di consulenti esterni, rappresenta un modello di “presa in carico” dell’atleta alternativo che richiede nuove competenze, risorse economiche significative (da individuare o mettere a sistema) e un’elevata capacità di coordinamento.
Un altro aspetto fondamentale è la “gestione del rischio”, che diventa una questione di corresponsabilità diffusa tra tutte le parti coinvolte. Questo include non solo la prevenzione degli infortuni, ma anche la tutela del benessere mentale e la costruzione di un ambiente sostenibile per la crescita dell’atleta: l’idea di un approccio meramente quantitativo alla pratica, e che non tiene conto della “percezione di carico” dell’atleta o del carico “situazionale”, ha questo grosso limite, e lo espone a rischi inutili.
Investire in formazione, tecnologie e supporto multidisciplinare sarà essenziale per affrontare le nuove sfide poste da un percorso sportivo che potremmo dire “accelerato”.
Conclusioni
Il successo di atleti giovanissimi nello sci alpino è un segnale di cambiamento. Cambiamento che può essere inseguito, oppure anticipato.
L’era dei “Tech Riders” ha modificato profondamente le dinamiche del nostro sport, richiedendo una trasformazione culturale e strutturale nelle modalità di sviluppo degli atleti. L’inclinazione diffusa a sposare logiche o cliché di lettura e valutazione forse obsoleti, ancorché istituzionali, riteniamo possa frenare l’evoluzione dei giovani talenti.
Questa evoluzione coinvolge non solo le federazioni, ma anche le famiglie, i team, i consulenti del settore, coloro che fanno studio, ricerca, divulgazione, e che devono collaborare per creare un sistema capace di bilanciare competitività e sostenibilità.
La corresponsabilità tra le diverse parti diventa un elemento centrale per garantire il successo degli atleti, senza compromettere il loro benessere fisico e mentale. Riconoscere e rispondere a questa evoluzione sarà fondamentale per garantire non solo la competitività internazionale, ma anche un futuro sostenibile per gli agonisti di domani.
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“Tassi di miglioramento: Peak Performance e transizione da J a S nello sci alpino”, Clementi & Poletti, Id., dicembre 2023