Attività di formazione e di aggiornamento docenti.
Con la proposta di legge approvata dalla Camera e dal Senato sulla valorizzazione delle competenze non cognitive (proposta di legge n.2372, relativa al Disegno di legge 2493) si prevede l’avvio, a partire da questo anno scolastico, di una sperimentazione nazionale triennale per attività didattiche finalizzate allo sviluppo di tali competenze, che sarà contemporanea ad un’attività di formazione e di aggiornamento docenti. Leggi anche: Le competenze non cognitive diventano didattica, la Camera approva: si insegnerà come gestire stress, empatia, pensiero critico e creativo
Ma cosa sono le competenze non cognitive e come possono essere sviluppate? Alcune delle domande in ambito di formazione e aggiornamento docenti.
Con l’espressione “competenze non cognitive” si indicano tutte le abilità umane e sociali non legate al pensiero riflessivo, ma necessarie per lo sviluppo.
Al pari delle cosiddette “competenze trasversali” permettono agli studenti di possedere capacità di gestione dello stress, empatia, sviluppare capacità di problem solving, nutrire la motivazione e rafforzare la proattività.
Non cognitive skills o Character skills, sono, dunque, le predisposizioni della personalità quali l’apertura mentale, la capacità di comunicare e di collaborare, e sono fondamentali per rendere gli studenti dei cittadini attivi della società.
Per sviluppare e rafforzare le competenze non cognitive è importante cominciare a insegnarle sin dai primi anni di sviluppo, ossia già a partire dalla scuola dell’infanzia, ricorrendo a strumenti, modalità diattiche e setting idonei.
Nella scuola primaria, invece, gli insegnanti possono integrare percorsi di sviluppo delle competenze non cognitive con l’insegnamento delle discipline curriculari.
Ma le non cognitive skills possono essere sviluppate anche fuori dall’ambiente scolastico e attraverso il supporto dei genitori, con lo scopo di stabilire continuità tra Contesti formali, Contesti non-formali e informali d’apprendimento.
La sfida della scuola italiana è da tempo quella di innovare l’azione didattica anche e soprattutto con lo scopo di contrastare il problema dei giovani che non studiano, non lavorano e non si formano (NEET) – l’Italia è prima in Europa – e dell’abbandono scolastico, con numeri oggi in crescita.
Orientare gli studenti significa sostenerli a compiere scelte consapevoli di istruzione e formazione che possano amplificare le possibilità di formazione e di scelta, anche attraverso l’insegnamento di capacità umane necessarie al vivere collettivo.
In questo caso, la formazione e l’aggiornamento dei docenti in materia di orientamento diventa un passaggio fondamentale, per cominciare già a scuola a parlare di prospettive, e per integrare l’esperienza della scuola – troppo spesso vissuta come “esperienza a sé” – con quella degli altri ambienti di vita.
Proposta di legge al link: http://documenti.camera.it/leg18/dossier/Testi/CU0168.htm