Sviluppo delle professioni: il Consulente Educativo

Consulente Educativo
foto di Francesco Galli https://francescogallistudio.com/

Il lavoro del consulente educativo è una delle frontiere più recenti della pedagogia, intesa non più come attività istituzionale – e quindi come esercizio di un potere in qualche modo “centralizzato” – ma come libera professione.

– E. Clementi

Il termine “consulenza” è la traduzione dei termini counseling, o counselling – entrambi corretti, ma il primo è la dicitura proveniente dagli Stati Uniti, mentre l’altro è di derivazione anglosassone.

Il counseling è un intervento di tipo pedagogico-educativo, o secondo altri psico-pedagogico, atto a promuovere la salute ed operare sulla normalità, più che sulla patologia. Il suo fine è dunque non curativo, ma preventivo.

Nel lavoro di consulenza l’elemento “patologico” non è rilevante come nel processo psicoterapeutico: qualora presente, infatti, è su un piano diverso rispetto al problema portato dal cliente o al bisogno colto come centrale nella richiesta d’aiuto.

C’è in questa impostazione anche una valenza “politica”, riconoscendo alla persona portatrice di un disagio di rilevanza medica, pari dignità e diritto nell’esprimere un bisogno che, nel nostro caso, non è preceduto o sopraffatto dal disagio stesso, dalla malattia.

Il disagio mentale, con Binswanger, viene qui letto come una via, un rischio possibile dell’esistenza, che consiste proprio nello smarrirsi nel processo umano del “dare forma a se stessi”.

L’obiettivo dela consulenza educativa è far sì che la persona riesca a potenziare le proprie risorse e a creare le condizioni relazionali e ambientali che contribuiscano al suo benessere.

In altre parole, il lavoro di supporto educativo favorisce la presa di coscienza di quei meccanismi affatto personali che spesso spingono a reiterare comportamenti poco costruttivi, a dubbio persistente e immobilità, a difficoltà di pianificazione e progettazione del proprio futuro anche prossimo.

Tale lavoro non mira solo a cercare l’origine delle difficoltà, ma anche a far sperimentare a chi fruisce della consulenza educativa nuove soluzioni (pensiero divergente), a stimolare un adattamento creativo della persona al contesto relazionale-sociale.

Si può considerare l’intervento educativo di consulenza come una strategia di promozione della salute e di prevenzione degli stati di disagio e quindi della malattia.

È una strategia di aiuto rivolta ad una persona (o ad un gruppo) che si trova in un momento di confusione o conflitto o difficoltà, con l’obiettivo di aiutarla a focalizzare e a comprendere il problema che le procura disagio e a gestirlo, assumendo la responsabilità delle scelte di cambiamento che ne conseguono.

L’educatore professionale e il lavoro di “secondo livello” v. in Pubblicazioni

Di più, il lavoro di consulenza si estende all’ambito consulenziale stricto sensu (quello aziendale, per capirci) rivolto ad organismi pubblici o privati, come pure ad altri enti che operano in campo educativo, formativo, socio-educativo o soacio-assistenziale e sanitario.

Infatti, i soggetti indicati, al pari di quelli aziendali, sono sempre più orientati al processo, non possono prescindere da una programmazione e progettazione efficaci e quindi dalla raccolta dati, dal far valere la leadership più che il potere gerarchico-funzionale, da un’oculata valutazione e gestione delle risorse, dalla soddisfazione del cliente, sia esso committente (ad es. enti pubblici per le cooperative) o utente intermedio e finale.

Il consulente educativo, appunto, accorpa a sé questi ambiti di competenza, essendo il punto di raccordo tra figure istituzionali e professionali diverse, a tratti distanti tra loro e con rare occasioni di reale scambio e sinergia.

Conoscenze e competenze psico-pedagogiche e sociali, nella gestione dei gruppi, nell’analisi dei territori, nella programmazione e progettazione sociale, nella gestione dellerisorse, nel coordinamento e nella valutazione delle azioni prodotte, sono abilità che caratterizzano la consulenza educativa e quella organizzativa come da noi intese.

Per una visione ampia del lavoro dell’educatore in prospettiva consulenziale vedi il mio L’educatore professionale e il lavoro di “secondo livello”. Per un ampliamento del lavoro socio-educativo in prospettiva organizzativa, formativa e di consulenza (al momento fuori catalogo, ma ora in ristampa) https://www.libreriauniversitaria.it/educatore-professionale-lavoro-secondo-livello/libro/9788896732328

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