Educazione, formazione e contesti: per una pedagogia degli “ambienti educativi integrati”.

[…] a cambiare non sono le logiche,
ma i contesti applicativi.
– E. Clementi
Ripensare gli ambienti educativi: gli ambienti educativi come “fattori di apprendimento“. Abstract draft for IUL Research, area 5. “Spazi educativi e processi di apprendimento” https://www.indire.it/2022/02/16/iul-research-call-for-abstracts-ambienti-di-apprendimento-innovativi-ripensare-gli-spazi-della-scuola/
Educazione, formazione, istruzione, sono i termini chiave delle attività e dei servizi da me proposti.
Accanto ad essi e più legati all’aspetto metodologico, ci sono termini quali: coaching, mentoring, tutoring, training e simili.

Limitatamente ai primi, in questa pagina, qualche indicazione orientativa per il fruitore del sito o il potenziale cliente.
- L’istruzione è un processo di trasmissione e acquisizione di informazioni come conoscenze, abilità e saperi disciplinari. L’istruzione istituzionalizzata è affidata alla Scuola con il compito di trasmettere, moltiplicare e sistematizzare le conoscenze.
- Con il termine formazione, invece, ci si riferisce a un processo di crescita culturale, sociale e personale, che considera la persona come il risultato di esperienze di vita che ne plasmano il carattere, le inclinazioni, i comportamenti e ne orientano le abilità.
- Alla base della piramide del glossario troviamo l’Educazione. Per Educazione si intende generalmente una particolare attività umana che prevede la trasmissione di conoscenze, competenze, abilità, prassi, valori da parte di determinate figure professionali, da individui più esperti a soggetti meno esperti o inesperti.
La tendenza generale è comunque quella di non tenere completamente slegate Istruzione, Formazione ed Educazione.
L’enfasi è cioè sul mettere al centro l’educando come soggetto attivo (come nel termine tedesco Bildung) identificando un processo attraverso il quale l’individuo “prende forma” non in base a un mero trasferimento di competenze e conoscenze, ma come processo che presuppone la crescita culturale, lo sviluppo personale e la relazione attiva di scambio.
[…]

Il termine Educazione assume poi connotati specifici se accompagnato da aggettivi che sono in grado di esprimerne le diverse modalità nelle quali è agita:
- Educazione informale: si realizza attraverso le influenze esercitate dall’ambiente di vita e dalle dinamiche socio-relazionali che si sviluppano al suo interno.
- Educazione diffusa: è il risultato di iniziative o di occasioni istituzionali o contestuali a carattere formativo, come avviene nelle organizzazioni sportive, nel mondo della comunicazione sociale, nei contesti ludico-ricreativi, nell’associazionismo.
- Educazione formale: è il risultato di iniziative appositamente messe in atto da un sistema sociale per produrre risultati programmati, misurabili e valutabili, con la cooperazione di un insieme di figure come insegnanti, pedagogisti, formatori, tutor, psicologi, educatori.
- Educazione non-formale: si ha quando le azioni intenzionalmente educative sono attuate prescindendo da una precisa sistematicità e sono sottratte all’esigenza di un controllo, come capita spesso in famiglia o nei gruppi spontanei.
I significati delle parole Istruzione, Formazione ed Educazione non vanno confusi.
Allo stesso tempo non è possibile tenerli totalmente slegati quando si parla di ambienti educativi formali (scuola, università, percorsi di studio professionali), e ambienti educativi non formali e diffusi
Infatti, se è vero che l’istruzione assume carattere educativo/formativo (non è un caso che chiamiamo il sistema scolastico italiano: sistema educativo di istruzione e di formazione), è anche vero che l’educazione e la formazione presuppongono il diritto a un’istruzione di qualità.
[…]
Pensare secondo una “pedagogia degli ambienti educativi integrati” significa allora costruire una didattica di interazioni tra i Contesti formali e i Contesti non-formali, ma anche informali e diffusi, partendo dalle pratiche comunicativo-sociali quotidiane.
In questo senso va rovesciata l’impostazione metodologica, che sembra dominante anche nelle sperimentazioni pur importanti degli insegnanti “pionieri” e nei lodevoli progetti ministeriali, in cui il movimento va dal formale al non formale e all’informale e non viceversa.
“E’ ancora il formale con le sue regole didattiche, linguistiche, contenutistiche, tecniche che ingloba, seleziona, organizza e orienta a fini istruttivi il non formale e l’informale e non sono invece le esperienze costruite nelle relazioni sociali della vita quotidiana e soprattutto le pratiche produttive di artefatti culturali e simbolici a dare senso personalizzante ed empatico a conoscenze, abilità e competenze da condividere e sviluppare insieme per un progetto educativo comune” (Galliani 2010).